Alla discreta ricettività alberghiera si affiancano la presenza di vari campeggi e la rilevante offerta rappresentata da alloggi privati (disponibili anche in bassa stagione). Nella baia di Monte d’Oro sono attivi un porticciolo turistico, dotato di circa 100 posti-barca, ed una serie di pontili galleggianti, in grado di ospitare altrettante imbarcazioni. Un ulteriore punto di attracco è costituito dalla foce del Garigliano. Le frazioni collinari si propongono come mete alternative al turismo balneare, ideali per un contatto diretto con la natura.
Oltre ad offrirsi come comune turistico, Minturno si presenta anche come fiorente realtà economica, basata soprattutto sul commercio e sull’agricoltura. Circoscritta è l’attività industriale. Nell’area costiera operano oltre 300 esercizi in sede fissa che danno vita ad un vero e proprio “centro commerciale naturale”. Mercati settimanali si svolgono il mercoledì (a Scauri) ed il sabato (a Minturno). Nelle zone interne ed in collina sviluppata è la coltivazione in serra e consistente risulta la produzione di olive, agrumi, uva e ortaggi. La duplice connotazione marinara-collinare del Comune pontino si riflette anche nella gastronomia, dove primeggiano piatti a base di pesce e minestre di legumi, ben supportati da prodotti caseari, in primis la mozzarella della vicina “scuola campana”. Per quanto riguarda l’artigianato, vanno ricordate, infine, le lavorazioni in legno, in cotto ed in ceramica, retaggio di antichi mestieri, un tempo molto diffusi.
Nei pressi del fiume Garigliano, che divide il Lazio dalla Campania, sorgono i resti dell’antica Minturnae. Città alleata dei Sanniti, si schierò contro Roma. Nel 314 a.C. fu distrutta dai Romani. In seguito alla costruzione della via Appia (Regina Viarum), voluta nel 312 dal censore Appio Claudio Cieco, la città iniziò a risorgere. Nel 296 a.C. fu ripopolata con la deduzione di una colonia romana. Altri coloni giunsero successivamente, ai tempi di Cesare e di Augusto. Centro commerciale di rilievo, Minturnae assolse (soprattutto in epoca imperiale) la funzione di controllo della “strada fluviale” (l’antico Liris, oggi Garigliano) e del pons Tirenus, menzionato da Cicerone. Nelle paludi minturnesi trovò rifugio, nell’88 a.C., il console Caio Mario, tallonato dagli uomini del rivale Silla. I magistrati ordinarono la sua uccisione per mano di uno schiavo cimbro. Il condottiero riuscì a sfuggire alla morte, dopo aver intimorito il germanico. I locali aiutarono poi Caio Mario ad imbarcarsi sulla nave di Beleo, diretta verso l'Africa.
La caduta dell’Impero Romano d’Occidente determinò, inesorabilmente, anche il declino di Minturnae, esposta alle frequenti scorribande degli eserciti in transito nella zona costiera. Verso il VI sec. d.C., la popolazione locale abbandonò la città-porto e si trasferì in collina, in un luogo ritenuto più sicuro. Forse per volere del Papa Leone III nacque Castrum Leopolis, che prese poi il nome di Traétto (dovuto alla scafa che congiungeva le due sponde del Garigliano e mantenuto fino al 13 luglio 1879).
A Scauri vecchia, nei pressi del Monte d’Oro, sorgono imponenti vestigia, identificate da vari esperti come talune rovine della città ausone di Pirae. L’insediamento preromano diede vita ad un attivo scalo marittimo ed attraversò un periodo florido forse tra il VII-VI secolo a.C., gestendo rapporti politico-economici con le vicine città della Pentàpoli Aurunca (Minturnae, Suessa, Sinuessa, Vescia, Ausona). La città fu distrutta totalmente dai Romani fra il 358 ed il 337 a.C. Infatti, lo scrittore latino Plinio il Vecchio, vissuto nel I sec. d.C., evidenziò nella Naturalis Historia: fuit oppidum.
Il toponimo di Scauri deriva, secondo gli studiosi, da Marco Emilio Scàuro (162-90/89 a.C.), console nel 115, princeps senatus, politico romano legato a Caio Mario ed alla potente famiglia dei Metelli. Per oltre 30 anni fu leader dei conservatori. A lui si deve la costruzione del Ponte Milvio (a Roma) e della via Emilia che collegava Vada (Livorno) a Tortona (Alessandria). A Marco Emilio Scauro è da attribuire la villa romana, i cui resti sono racchiusi oggi in proprietà private ma sono inseriti nell’Area Protetta di Gianola-Monte di Scauri, che fa parte del Parco Regionale Riviera di Ulisse. Oggi Scauri, primo centro urbano del comune, è una località turistica e commerciale, sulla scia dei fasti che la consacrarono quale centro di villeggiatura degli antichi Romani. La ricettività si basa, oltre che su alberghi e pensioni, su migliaia di alloggi privati. Fiori all’occhiello della cittadina sono il Lungomare e la spiaggia, lunga circa 4 chilometri. Tra gli ospiti illustri vanno ricordati l’esploratore Umberto Nobile, la pedagogista Maria Montessori, l’attore Nino Manfredi ed il Cardinale Karol Wojtyla.